Come nell’Antica Grecia, anche le Olimpiadi moderne si impegnano a sancire la cosiddetta Tregua Olimpica. In occasione dei prossimi giochi a Rio de Janeiro, inoltre, l’Arcidiocesi della città carioca, tramite il Dipartimento per la Pastorale dello Sport, ha istituito l’iniziativa “Cento Giorni di Pace”.
Il progetto – come ha spiegato lo stesso arcivescovo dell’arcidiocesi San Sebastiano di Rio, il cardinal Orani João Tempesta – comprende numerose attività basate sulla promozione dei valori sportivi, soprattutto attraverso la nuova evangelizzazione.
In particolare da segnalare le iniziate “Joshua Camp” che riguarda la celebrazione di una Giornata mondiale olimpica per la gioventù; “Amici dello sport” ossia la campagna di accoglienza riservata alle famiglie degli atleti; la “Giornata della pace” per sensibilizzare gli studenti di tutte le scuole dell’arcidiocesi, e il “Festival dei giovani”, con in programma esibizioni musicali sul tema della riconciliazione.
Sempre il Cardinale Tempesta ha voluto ricordare come le Olimpiadi siano “un’opportunità per promuovere la convivenza pacifica tra i popoli e le religioni”, con la necessità quindi di “salvaguardare lo spirito della tregua olimpica dell’Antica Grecia”. Il principio della tregua, infatti, risale all’VIII secolo a.C. e consisteva nella sospensione dei conflitti armati per tutto il periodo dei Giochi. L’idea è stata poi ripresa anche con i giochi contemporanei, proposta dallo stesso barone Pierre de Coubertin, ideatore delle Olimpiadi moderne, ed è stata poi sancita definitivamente dall’ONU nel 1993 e va attuata sia per i giochi estivi che per quelli invernali.
Il legame tra Chiesa cattolica e contesto sportivo, in particolare le olimpiadi, è da ricercarsi all’inizio stesso delle Olimpiadi moderne; fu infatti lo stesso Coubertin che incontrò personalmente Pio X e fu proprio il pontefice che incoraggiò il barone ad andare avanti nella sua opera di promozione dei Giochi, la cui prima edizione si era tenuta ad Atene nel 1896.
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