La costruzione della Pace può passare soltanto attraverso una nonviolenza attiva, che deve dunque rappresentare il programma e la sfida centrale per tutti i leader politici e religiosi, responsabili delle istituzioni internazionali, ma anche per i dirigenti delle imprese e dei media di tutto il mondo. È questo il pensiero centrale di Papa Francesco, all’interno del suo messaggio per la 50esima Giornata della Pace.
Il Pontefice ha chiesto ai leader del mondo di “non scartare le persone, danneggiare l’ambiente o voler vincere a ogni costo”, ma di “sopportare il conflitto, risolverlo e trasformarlo in un anello” per iniziare un “nuovo processo”.
Bergoglio rimette al centro della scena la non violenza, tema fondamentale dell’insegnamento di Cristo e, come ha ribadito successivamente il cardinale Peter Turkson ai giornalisti presentando il messaggio del Papa, non è escluso che “si arrivi a una enciclica, e ci può essere anche in mezzo un sinodo, visto anche il collegamento tra la violenza e le migrazioni”.
Nel corso del suo messaggio, Francesco ha infatti ribadito che operare senza l’uso della violenza “significa scegliere la solidarietà come stile per fare la storia e costruire l’amicizia sociale. La nonviolenza attiva – ha sottolineato Bergoglio – è un modo per mostrare che davvero l’unità è più potente e più feconda del conflitto”. Il Pontefice, assicurando il pieno appoggio della Chiesa Cattolica in ogni tentativo di costruzione della pace, ha poi ricordato che “il 1° gennaio 2017 vedrà la luce il nuovo Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, che aiuterà la Chiesa a promuovere in modo sempre più efficace ‘i beni incommensurabili della giustizia, della pace e della salvaguardia del creato’ e della sollecitudine verso i migranti, ‘i bisognosi, gli ammalati e gli esclusi, gli emarginati e le vittime dei conflitti armati e delle catastrofi naturali, i carcerati, i disoccupati e le vittime di qualunque forma di schiavitù e di tortura”.
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