«I martiri sono quelli che portano avanti la Chiesa. E oggi ce ne sono più dei primi secoli. I media non lo dicono perché non fa notizia, ma tanti cristiani nel mondo oggi sono beati perché perseguitati, insultati, carcerati». Lo ha detto questa mattina Papa Francesco, durante l’omelia nella messa del mattino a Casa Santa Marta. Secondo il Papa la più grande forza della Chiesa, oggi, risiede nelle piccole realtà perseguitate.
L’omelia di Francesco ha preso spunto dalla Lettera agli Ebrei che la liturgia propone oggi, nella quale si richiama alla memoria di tutta la storia del popolo del Signore. In particolare ci sono tre memorie di cui fare tesoro: la “memoria della docilità”, la “memoria delle grandi gesta del Signore” e quella, appunto, dei martiri. La prima fa riferimento alla docilità di tanta gente, come Abramo che, obbediente a Dio, uscì e abbandonò la sua terra senza neanche sapere dove andava. Ci sono poi le grandi gesta compiute dal Signore per mezzo del suo popolo e nella storia di Israele, come fece con Gedeone, Barc, Sansone, Davide.
Bergoglio ha posto però l’accento su «quelli che hanno sofferto e dato la vita come Gesù, venendo lapidati, torturati e uccisi di spada», i martiri appunto. La Chiesa, infatti – ha sottolineato il Papa – è rappresentata da questo popolo, che è al tempo stesso peccatore, ma docile; capace di grandi cose e di darne testimonianza fino al martirio. Un martirio che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, è molto più diffuso e crudele oggi, ai giorni nostri, dove sono milioni i cristiani perseguitati in tutto il mondo. Cristiani perseguitati ma che non fanno notizia e spesso vengono dimenticati dal colpevole silenzio di tanti media.
Il martirio di tanti cristiani, soprattutto nel tempo che stiamo vivendo, deve – come ha ribadito il Papa – farci riflettere, perché «noi che abbiamo tutto e che tutto ci sembra facile» e addirittura «se ci manca qualcosa ci lamentiamo», dovremmo pensare «a questi fratelli e sorelle che oggi, in numero più grande dei primi secoli, soffrono il martirio».
«Non posso dimenticare – ha aggiunto il Santo Padre – la testimonianza di quel sacerdote e quella suora nella cattedrale di Tirana: anni e anni di carcere, lavori forzati, umiliazioni». Una testimonianza che fa capire come «la più grande forza della Chiesa oggi è nelle piccole Chiese, piccoline, con poca gente, perseguitati, con i loro vescovi in carcere. Questa è la nostra gloria oggi – ha proseguito Francesco – questa è la nostra gloria e la nostra forza oggi». Nonostante il martirio rappresenti sempre un momento di grande dolore e sofferenza, secondo il Papa «una Chiesa senza martiri è una Chiesa senza Gesù».
Papa Francesco ha poi concluso la sua omelia invitando a pregare per i tanti martiri che soffrono e per le Chiese che non sono libere di esprimersi. «Loro sono la nostra speranza» ha detto, «loro seminano cristiani per il futuro e nelle altre Chiese».
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