«La Curia non collabora». Marie Collins si dimette dalla Commissione per la tutela dei minori

Marie Collins, membro della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, irlandese in passato vittima proprio di abusi da parte di religiosi, si è dimessa dal suo incarico. La decisione della Collins – già comunicata a febbraio al cardinale O’Malley – arriva con delle motivazioni che pesano come un macigno sulla Curia. A spingere la donna a dimettersi, infatti, «la mancata collaborazione di altri Dicasteri della Curia Romana» per il contrasto alla pedofilia e la tutela dei minori.

Come si legge sul suo sito ufficiale, Marie Collins si dice impressionata – fin dall’inizio del lavoro della Commissione nel marzo 2014 – dalla dedizione dei suoi colleghi e dalla «genuina volontà di Papa Francesco per l’assistenza nel trattare la questione degli abusi sessuali del clero». Nonostante il sincero lavoro svolto dalla Commissione e «nonostante il Santo Padre approvasse tutte le raccomandazioni fattegli – denuncia la Collins – ci sono state battute d’arresto costanti. Questo – continua –  è stato direttamente a causa della resistenza da parte di alcuni membri della Curia vaticana al lavoro della Commissione. La mancanza di cooperazione, in particolare da parte dei dicasteri più strettamente coinvolti nel trattamento dei casi di abuso, è stato vergognoso».

Concludendo la sua lettera, Marie Collins specifica che il cardinale Sean O’ Malley le ha proposto di continuare a lavorare a progetti di formazione, compresi quelli per la Curia e i nuovi vescovi. Proposta accettata dalla donna che quindi continuerà a collaborare esternamente con la Commissione.

In un’intervista rilasciata a Vatican Insider – e pubblicata oggi anche su La Stampa – l’ormai ex membro della Commissione non vuole fare nomi specifici di Dicasteri, ma ha ribadito il suo sgomento nel vedere la reticenza della Curia, per esempio alla proposta, fatta al Papa, di rispondere ad ogni lettera che arrivava in Vaticano dalle vittime degli abusi. La Collins ha poi confermato di continuare a lavorare con dei programmi educativi in Vaticano e ha specificato che «la lotta alla pedofilia va avanti e anche se ci sono persone che resistono alle nostre indicazioni, questo non significa che poi la pedofilia non venga contrastata».