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Il Papa in carcere: «la lavanda dei piedi non è folklore, ma servizio e amore»
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Il Papa in carcere: «la lavanda dei piedi non è folklore, ma servizio e amore»

Papa Francesco si è recato ieri alla Casa di Reclusione di Paliano, in provincia di Frosinone, per incontrare i detenuti e celebrare la Messa in Coena Domini. Nel corso del rito che da inizio al Triduo Pasquale, il Pontefice ha fatto la lavanda dei piedi a dodici detenuti, tra cui tre donne e un musulmano convertito che sarà battezzato a giugno. Tutti italiani, tranne un argentino e un albanese. Tra questi dodici due sono condannati all’ergastolo e gli altri sconteranno la pena, come riportato dal Sir, tra il 2019 e il 2073.

Dopo la lavanda dei piedi il Pontefice ha celebrato la messa nella cappella del carcere e ha tenuto un’omelia completamente a braccio e incentrata sul gesto di Gesù di lavare i piedi ai suoi discepoli. «Quello di lavare i piedi – ha spiegato Francesco – era una abitudine del tempo prima dei pranzi e delle cene. Perché non c’era l’asfalto, la gente veniva dal cammino, con la polvere e uno dei gesti per ricevere una persona a casa a mangiare era lavargli i piedi. Ma questo lo facevano gli schiavi, quelli che erano schiavizzati». Per questo motivo Gesù capovolge tutto e si mette lui a lavare i piedi ai suoi discepoli ed è lo stesso Messia che, ad un incredulo Simone, spiega che «Lui è venuto al mondo per servire, per servirci, per farsi schiavo per noi, per dare la vita per noi. Per amare fino alla fine». E ama tutti, ha sottolineato il Papa, «anche se siamo poveracci, Lui è grande e buono e ci ama così come siamo e dà la vita per ognuno di noi e si vanta di questo, vuole questo, perché lui è amore». Non è facile amare fino alla fine «perché – ha sottolineato Bergoglio – tutti noi siamo peccatori, abbiamo limiti, difetti. Tutti sappiamo amare, ma non siamo come Dio che ama senza guardare le conseguenze».

Durante l’omelia il Papa ha voluto sottolineato con forza che questo gesto simboli «non è folklore» e si è poi soffermato sul comportamenti di alcuni apostoli «che litigavano fra loro su chi fosse il più importante». Gesù risponde loro che proprio chi è il più grande deve farsi servitore di tutti e quindi – ha spiegato Francesco – anche il Pontefice è chiamato a questo “abbassamento”. «Mentre arrivato qui – ha raccontato – c’era gente che salutava e mi chiama “capo della Chiesa”. Ma non scherziamo – ha ribadito Bergoglio – il capo della Chiesa è Gesù»

Il Papa ha quindi concluso invitando tutti a prendere esempio da questo gesto di Gesù e, se possibile dare un aiuto, fare un servizio al proprio compagno in carcere perché farlo «è come lavare i piedi, è essere servo degli altri».

La celebrazione – come riporta anche Vatican Insider – si è conclusa con il saluto della direttrice che ha detto di aver accolto il Papa «come uno di famiglia». Durante la messa, un ragazzo ha fatto la prima comunione e il giorno precedente la prima confessione; altri due a giugno lo seguiranno e riceveranno anche la cresima. Papa Francesco ha dato la comunione a tutti i presenti, un altro segno della vicinanza di Gesù che «si spezza» per tutti.

14 Aprile 2017

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