Papa Francesco ha incontrato oggi, in udienza privata nella Sala Clementina, i nuovi ambasciatori di Mauritania, Nepal, Trinidad e Tobago, Sudan, Kazakhstan e Niger, in occasione della presentazione delle Lettere credenziali.
Agli ambasciatori, non residenti, il Pontefice ha tenuto un breve discorso iniziato, come riporta il Sir, con uno speciale benvenuto in particolare alla prima ambasciatrice della Mauritania presso la Santa Sede, M’Haiham. «Lo scenario internazionale – ha detto Francesco – è caratterizzato da una notevole complessità ed è attraversato da dense nubi, e pertanto richiede maggiore consapevolezza dei comportamenti e delle azioni necessarie per imboccare un percorso di pace che diminuisca le tensioni». Il Santo Padre si è soffermato anche sulle questioni economiche e finanziarie mondiali che non servono concretamente l’uomo, ma «si organizzano principalmente per servire se stesse». La violenza, inoltre, è considera «non come ultima ratio, ma quasi come un mezzo fra gli altri». Di qui la necessità, secondo il Papa, di concepire proprio l’economia e la finanza come delle responsabilità «di fronti alle sorti dell’essere umano e delle comunità in cui esso si trova inserito», anche e soprattutto per poter rispondere alle piaghe del fondamentalismo e dell’abuso delle religioni.
E per quanto riguarda questi ultimi aspetti, Francesco ha parlato agli ambasciatori di dialogo e diplomazia, come mezzi necessari per «isolare chiunque cerca di trasformare un’appartenenza e un’identità religiosa in motivo di odio per tutti gli altri. A chi deturpa così l’immagine di Dio – ha proseguito – si opponga un impegno corale per mostrare che si onora il suo Nome salvando vite e non uccidendole, portando riconciliazione e pace e non divisione e guerra, con la misericordia e la compassione e non con l’indifferenza e la brutalità. Se ci si muoverà con decisione su questa strada, la causa della pace e della giustizia , condizioni di un equilibrato sviluppo per tutti, farà concreti passi avanti».
Lascia un commento