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Udienza Generale: sopportare chi è molesto, ma spesso anche noi lo siamo
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Udienza Generale: sopportare chi è molesto, ma spesso anche noi lo siamo

Papa Francesco ha tenuto oggi l’ultima Udienza Generale di questo Anno Santo della Misericordia. Così come durante gli ultimi incontri, il Santo Padre ha incentro la sua catechesi sulle opere di misericordia, oggi in particolare sul sopportare le persone moleste.

Nel Vangelo proclamato oggi, l’insegnamento di Gesù di non guarda la pagliuzza nell’occhio degli altri, ma la trave nel proprio. “Succede, a volte – ha detto Bergoglio – che le persone fastidiose sono quelle vicine a noi, più vicine, anche: tra i parenti c’è sempre qualcuno; sul posto di lavoro non mancano; e neppure nel tempo libero ne siamo esenti. Che cosa dobbiamo fare con le persone moleste? Ma, anche noi tante volte siamo molesti agli altri, eh? Anche noi”. Non solo nel Vangelo, ma anche nell’Antico Testamento – continua la catechesi del Papa – Dio stesso usa misericordia per sopportare le lamentele del suo popolo. Però, ha affermato, dobbiamo farci venire spontaneamente una domanda, “ma facciamo mai l’esame di coscienza per vedere se anche noi, a volte, possiamo risultare molesti agli altri? È facile puntare il dito contro i difetti e le mancanze altrui, ma dobbiamo imparare a metterci nei panni degli altri”.

“Pensiamo al grande impegno che si può mettere quando aiutiamo le persone a crescere nella fede e nella vita – ha esortato -. Penso, ad esempio, ai catechisti, tra i quali ci sono tante mamme e tante religiose, che dedicano tempo per insegnare ai ragazzi gli elementi basilari della fede. Quanta fatica, soprattutto quando i ragazzi preferirebbero giocare piuttosto che ascoltare il catechismo!”.

“Accompagnare nella ricerca dell’essenziale è bello e importante”, dice Francesco, perché ci fa “gustare il senso della vita”. Il Pontefice ha quindi insistito sul punto di andare dritti all’essenzialità delle cose, senza farsi distrarre dalle gioie brevi ed effimere della vita, spesso troppo materialistiche e mondane. “Insegnare a scoprire che cosa il Signore vuole da noi – ha aggiunto – significa mettersi sulla strada giusta per crescere nella propria vocazione” che è la strada “della vera gioia”.

Concludendo la sua catechesi, il Papa ha quindi ricordato la chiusura della Porta Santa a san Pietro, ormai prossima. Una porta che si chiude, però, non significa che si chiude “il cuore misericordioso di Dio”, perché “non si spegna la sua tenerezza per noi peccatori” e “non cessano di scaturire i fiumi della sua grazia”. Inoltre, anche se il Giubileo finisce, deve continuare la Misericordia del mondo “verso i bisognosi”.

16 Novembre 2016

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