Essere cristiani significa vivere la propria vita concretamente e con sostanza, non di facciata: è questo il monito di Papa Francesco durante l’Angelus domenicale.
Il Pontefice ha commentato il Vangelo del giorno, che parla di nuovo del Discorso della montagna: «Gesù – ha detto – insegna come fare pienamente la volontà di Dio, con una giustizia superiore rispetto a quella di scribi e farisei. Una giustizia – ha sottolineato Francesco – animata dall’amore, dalla carità, dalla misericordia e pertanto capace di realizzare la sostanza dei comandamenti, evitando il rischio del formalismo». Il Papa si è poi focalizzato sui tre aspetti che Gesù affronta nel Vangelo di oggi, che sono l’omicidio, l’adulterio e il giuramento.
Un peccato simile all’omicidio, ha detto il Papa, sono tutti quegli atti che vanno contro la dignità umana, anche le offese e le ingiurie. Certamente, questi comportamenti, ha specificato Francesco, «non hanno la stessa gravità e colpevolezza dell’uccisione, ma si pongono sulla stessa linea, perché ne sono le premesse e rivelano la stessa malevolenza. Gesù – ha proseguito – ci invita a non stabilire una graduatoria delle offese, ma a considerarle tutte dannose, in quanto mosse dall’intento di fare del male al prossimo. Chi insulta il fratello, uccide nel proprio cuore il fratello», di qui l’invito del Papa a non scadere nell’insulto al prossimo, che non porta nessun guadagno e beneficio.
Allo stesso modo il Papa ha poi fatto un parallelo tra adulterio e pensieri possessivi verso una donna. «Come si arriva all’omicidio attraverso le ingiurie e le offese, così si giunge all’adulterio attraverso le intenzioni di possesso nei riguardi di una donna diversa dalla propria moglie. Tutti i peccati – ha affermato il Pontefice – nascono nel nostro intimo e poi si attuano nel comportamento».
Infine Francesco parla del giuramento, che Gesù dice di non fare, perché segno dell’insicurezza delle relazioni umane. «Piuttosto – ha detto – siamo chiamati ad instaurare tra di noi, nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità un clima di limpidezza e di fiducia reciproca, così che possiamo essere ritenuti sinceri» senza dover ricorrere ai giuramenti per essere creduti.
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