La Santa Sede entra ufficialmente a far parte della cosiddetta “white list” dello Stato italiano, in riferimento ai rapporti fiscali e finanziari tra i due stati.
Lo scorso 23 marzo, infatti, come riportato anche da Vatican Insider, il ministro italiano dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha firmato un decreto – poi pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale – con il quale è stato aggiornato l’elenco dei paesi con i quali l’Italia scambia informazioni in materia fiscale, con l’obiettivo della trasparenza finanziaria. Il Vaticano è dunque entrato a far parte di questo elenco, che consente che consente la non applicazione di imposte su redditi di natura finanziaria percepiti dai residenti nei paesi interessati.
Per Greg Burke, direttore della Sala Stampa vaticana, questo atto «è una conferma che i processo di riforma va avanti» e dimostra che la Santa Sede «è un paese collaborativo e trasparente dal punto di vista delle informazione ai fini fiscali». L’inserimento nella “white list” è una diretta conseguenza della Convenzione entrata in vigore lo scorso ottobre tra la Santa Sede e il governo italiano che promuove – all’articolo 1 – proprio lo scambio di i informazioni a fini fiscali e disciplina l’adempimento degli obblighi fiscali dei soggetti residenti in Italia.
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