«I bambini cristiani nei campi profughi sudanesi sono costretti a recitare le preghiere islamiche per ricevere il cibo». La denuncia arriva direttamente da Aiuto alla chiesa che soffre, che cita – per motivi di sicurezza – una fonte anonima.
Come riportato anche da Avvenire.it sono ancora centinaia di migliaia – si stima in circa 700mila – i cristiani originari del Sud Sudan che sono rifugiati in Sudan e non sono ancora riusciti a raggiungere il proprio Paese.
La denuncia di Acs parla di condizioni drammatiche in cui si trovano le famiglie, a cui viene dato per un intero mese una porzione di cibo che basta a mala pena per un paio di settimane. All’emergenza alimentare si aggiungere però la più grave discriminazione e persecuzione in atto contro i cristiani. Avvenire.it cita le parole di Alessandro Monteduro, direttore di Acs Italia che denuncia la «piaga purtroppo diffusa in tutto il Paese».
«Nel Sudan guidato dal regime islamista di Omar el-Bashir, in cui vige la sharia – prosegue Monteduro – la persecuzione anticristiana ha raggiunto livelli gravissimi». Sono molti infatti i casi di donne arrestato per “abbigliamento indecente” oppure di chiese demolite. La motivazione ufficiale del governo è la violazione dei piani regolatori, ma è ben noto la volontà del presidente sudanese di eliminare la presenza cristiana nel Paese.
Inoltre, per quanto riguarda i rifugiati nei campi profughi, secondo la denuncia di Aiuto alla chiesa che soffre, è sempre il governo ad impedire alle organizzazioni umanitarie di vigilare sulla distribuzione degli aiuti e impedisce anche alle organizzazioni ecclesiastiche di fornire sostegno ai profughi.
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