Francesco ha chiesto a un giudice del Quebec di condurre un’indagine “sui fatti, sulle circostanze e sull’imputabilità del presunto crimine” contro il cardinale Gérald Lacroix. In una lettera personale, il Papa ha comunicato al giudice André Denis che lo avrebbe nominato investigatore in questa vicenda di atti di natura sessuale presumibilmente commessi dall’arcivescovo del Quebec prima di essere ordinato sacerdote.
Al termine di questa indagine, aggiunge il capo della Chiesa cattolica, “sarà vostro compito presentarmi un rapporto dettagliato dei vostri passi e delle vostre conclusioni”. La lettera è datata giovedì 8 febbraio 2024, due giorni dopo la riunione del Consiglio di cardinali alla quale il cardinale Lacroix ha partecipato a Roma, sebbene, pochi giorni prima, l’arcivescovo di Quebec avesse annunciato che sarebbe stato “temporaneamente in pensione”. delle sue funzioni.
La lettera è datata giovedì 8 febbraio 2024, due giorni dopo la riunione del Consiglio di cardinali alla quale il cardinale Lacroix ha partecipato a Roma, sebbene, pochi giorni prima, l’arcivescovo di Quebec avesse annunciato che sarebbe stato “temporaneamente in pensione”. delle sue funzioni. “La mia attenzione è stata attirata da un’accusa resa pubblica il 25 gennaio contro Sua Eminenza il cardinale Gérald Cyprien Lacroix, arcivescovo di Quebec”, scrive il Papa nella sua lettera di quattro paragrafi. “Per dare seguito a questo rapporto preparato nel contesto specifico di un’azione collettiva in Quebec, e considerando la necessità di condurre un’indagine sui fatti, sulle circostanze e sull’imputabilità del presunto crimine, la nomino investigatore per svolgere le indagini .”, ha detto al giudice in pensione della Corte Superiore del Quebec.
Il Papa aggiunge che il giudice in pensione André Denis, che ha già effettuato indagini negli archivi di una dozzina di diocesi del Quebec, potrà “chiedere ad altre persone di aiutarlo in questa indagine, in particolare ad esperti di diritto canonico, se opportuno”. » La lettera di Papa Francesco precisa che il mandato investigativo affidato al giudice in pensione è direttamente collegato alle disposizioni del motu proprio Vos estis lux mundii, che specifica le norme per combattere gli abusi sessuali nella Chiesa cattolica.
Il giudice Denis deve raccogliere “informazioni rilevanti sui fatti”. Si potrà accedere “alle informazioni e ai documenti necessari ai fini dell’indagine rinvenuti negli archivi degli uffici ecclesiastici”. Se si teme che i documenti vengano “rubati o distrutti”, occorre allora adottare “le misure necessarie per preservarli”. Il giudice può raccogliere informazioni utili per la sua indagine anche da tutte le persone o istituzioni, non solo dalla Chiesa ma “anche civili”, specifica il testo del motu proprio. La persona che conduce un’indagine sotto Vos estis lux mundi deve “agire in modo imparziale e senza conflitti di interessi”.
Se il giudice Denis ritiene, nel corso del suo mandato, che “si trova in conflitto di interessi o non può mantenere l’imparzialità necessaria a garantire l’integrità delle indagini, ha l’obbligo di astenersi e di denunciare la circostanza”, in questo caso, direttamente a Papa Francesco. Infine, «alla persona indagata sono sempre riconosciute la presunzione di innocenza e la legittima tutela della buona reputazione», indica l’articolo 13 sullo svolgimento delle indagini disposte da un dicastero (un ministero, nella società civile) del Vaticano o dal Papa. lo stesso. Questo testo spiega anche che l’investigatore informa l’interessato “dell’indagine a suo carico”, lo ascolta “sui fatti” e lo invita “a presentare memoria difensiva”.
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