Un vescovo del nord del Wisconsin ha accusato di diffamazione l’arcivescovo Carlo Maria Viganò, ex nunzio apostolico negli Stati Uniti, mentre cercava chiarimenti su una presunta ordinazione sacerdotale illecita che l’arcivescovo avrebbe potuto compiere.
Il vescovo James Powers, della diocesi di Superior, è diventato uno dei primi vescovi statunitensi a criticare direttamente l’arcivescovo Viganò, che negli ultimi anni è diventato uno dei più critici ecclesiastici di Papa Francesco.
Il vescovo Powers ha rilasciato una dura dichiarazione il 5 aprile scorso, in risposta a un post del 22 marzo sull’account X (precedentemente Twitter) dell’Arcivescovo Viganò, che criticava severamente un rituale nativo americano che ha preceduto la Messa crismale diocesana.
Il rituale, che si è svolto nella Cattedrale di Cristo Re il 19 marzo, era stato oggetto di polemiche. La trasmissione in diretta della Messa Crismale ha mostrato che, prima dell’inizio della Messa, quattro donne ojibwe vestite con abiti tradizionali e tenendo in mano delle piume hanno eseguito una danza coreografata nel santuario, accompagnate dal suono di un tamburo, prima di una preghiera a Dio.
In un post su X, Viganò ha definito il rituale una “cerimonia sciamanica” e “un atto sacrilego che profana la Cattedrale della diocesi di Superior”. Ha anche accusato Powers di essere responsabile di un “sacrilegio molto grave”, affermando che il vescovo era “un oscuro funzionario della religione ecumenica, un obbediente esecutore dei desideri di Santa Marta”, riferendosi alla casa di Papa Francesco.
“Questo non è un successore degli Apostoli, ma un servitore della massoneria”, ha affermato l’arcivescovo, aggiungendo che “vedere che i partecipanti alle profanazioni della setta bergogliana sono quasi tutti anziani” era “confortante”.
Nella sua dichiarazione del 5 aprile, il vescovo Powers ha rimproverato il post dell’arcivescovo, rispondendo che la diocesi di Superior ha una lunga tradizione di “onorare l’eredità dei nostri nativi americani prima delle principali celebrazioni diocesane”.
Ha anche detto che “questa tradizione è stata osservata nella mia stessa installazione come Vescovo di Superior” nel febbraio del 2016, e ha aggiunto che Viganò era presente come nunzio apostolico e non ha mai espresso preoccupazioni al riguardo.
“Almeno mi sarei aspettato la cortesia di un contatto preventivo prima di qualsiasi presunta accusa pubblica di promuovere lo sciamanesimo”, ha detto il vescovo, che ha anche affermato che il messaggio pubblicato dall’account dei social media dell’arcivescovo era una violazione del diritto canonico al suo buon nome e reputazione. Ha aggiunto che “riferirsi a me come ‘servitore della massoneria’ e mettere in discussione la mia autenticità come Successore degli Apostoli è particolarmente atroce” e che “questo tipo di retorica danneggia i fedeli affidati alle mie cure”.
Ordinazione illecita di Viganò? Nella sua dichiarazione, il vescovo di Superior ha anche chiesto chiarimenti a Viganò per “la sua presunta ordinazione” a Bryan Walman, noto come Padre Ambrose e per averlo inviato lui e Rebekah Siegler, nota come Suor Tecla, alla Diocesi di Superior “per operare senza l’approvazione episcopale”.
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