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Il Papa chiede che le omelie non durino più di otto minuti perché «la gente si addormenta».
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Il Papa chiede che le omelie non durino più di otto minuti perché «la gente si addormenta».

Il Santo Padre ha predicato questa mattina, mercoledì, la terza catechesi sullo Spirito Santo.

Durante l’udienza generale, il Papa ha affermato che «la Chiesa, Sposa di Cristo, è interprete autorizzata del testo della Scrittura ispirata, la Chiesa è la mediatrice della sua proclamazione autentica» è che le omelie non durino più di otto minuti.

In tal senso, ha incoraggiato i fedeli a portare sempre con sé un piccolo Vangelo tascabile per poterlo leggere ogni giorno e meditare la parola di Dio. Ha anche sottolineato che «la lettura spirituale delle Scritture per eccellenza è la lettura comunitaria che si realizza nella Liturgia, nella Santa Messa».

D’altra parte, Francesco ha chiesto ai sacerdoti di non parlare troppo nell’omelia e di non superare gli «otto minuti, perché dopo quel tempo si perde l’attenzione e la gente si addormenta, e ha ragione. Un’omelia deve essere così. E questo è ciò che voglio dire ai sacerdoti che parlano molto, spesso, e non si capisce di cosa parlano».

Vi offriamo la catechesi completa pronunciata da Papa Francesco:

[Il testo seguente incorpora anche parti non lette che si considerano pronunciate]

Catechesi. Lo Spirito e la Sposa. Lo Spirito Santo guida il Popolo di Dio all’incontro con Gesù, nostra speranza. 3. «Tutta la Scrittura è ispirata da Dio». Conoscere l’amore di Dio attraverso le parole di Dio

Cari fratelli e sorelle, buongiorno, benvenuti!

Continuiamo la nostra catechesi sullo Spirito Santo, che guida la Chiesa verso Cristo, nostra speranza. Lui è la guida. La volta scorsa abbiamo contemplato l’opera dello Spirito nella creazione; oggi lo vediamo nella rivelazione, di cui la Sacra Scrittura è una testimonianza autorizzata e ispirata da Dio.

Nella Seconda Lettera di san Paolo a Timoteo c’è questa affermazione: “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio” (3:16). E un altro passaggio del Nuovo Testamento dice: «Uomini mossi dallo Spirito Santo hanno parlato da parte di Dio» (2 Pt 1:21). Questa è la dottrina dell’ispirazione divina della Scrittura, che proclamiamo come articolo di fede nel “Credo”, quando diciamo che lo Spirito Santo «ha parlato per mezzo dei profeti». L’ispirazione divina della Bibbia.

Lo Spirito Santo, che ha ispirato le Scritture, è anche colui che le spiega e le rende perennemente vive e attive. Da ispirate, le rende ispiratrici. “Le Sacre Scritture… ispirate da Dio – dice il Concilio Vaticano II – e scritte una volta per sempre, comunicano immutabilmente la parola dello stesso Dio, e fanno risuonare la voce dello Spirito Santo nelle parole dei Profeti e degli Apostoli” (n. 21). In questo modo, lo Spirito Santo continua, nella Chiesa, l’azione di Gesù Risorto che, dopo la Pasqua, “aprì la mente dei discepoli perché comprendessero le Scritture” (cfr. Lc 24,45).

Può accadere, infatti, che un determinato passaggio della Scrittura, che abbiamo letto molte volte senza alcuna emozione particolare, un giorno lo leggiamo in un clima di fede e di preghiera e, all’improvviso, quel testo si illumina, ci parla, getta luce su un problema che viviamo, chiarisce la volontà di Dio per noi in una situazione determinata. A cosa è dovuto questo cambiamento, se non a un’illuminazione dello Spirito Santo? Le parole della Scrittura, sotto l’azione dello Spirito, diventano luminose; e in questi casi tocchiamo con mano quanto sia vera l’affermazione della Lettera agli Ebrei: «… la parola di Dio è viva ed efficace, più tagliente di una spada a doppio taglio; […]» (4,12).

Fratelli e sorelle, la Chiesa si nutre della lettura spirituale della Sacra Scrittura, cioè della lettura realizzata sotto la guida dello Spirito Santo che l’ha ispirata. Al suo centro, come un faro che illumina tutto, c’è l’evento della morte e risurrezione di Cristo, che compie il piano di salvezza, realizza tutte le figure e le profezie, svela tutti i misteri nascosti e offre la vera chiave di lettura di tutta la Bibbia. La morte e risurrezione di Cristo è il faro che illumina tutta la Bibbia e illumina anche le nostre vite. L’Apocalisse descrive tutto questo con l’immagine dell’Agnello che rompe i sigilli del libro “… scritto sul recto e sul verso, sigillato con sette sigilli” (cfr. 5,1-9), la Scrittura dell’Antico Testamento. La Chiesa, Sposa di Cristo, è interprete autorizzata del testo della Scrittura ispirata, la Chiesa è la mediatrice della sua proclamazione autentica. Poiché la Chiesa è dotata dello Spirito Santo, – per questo è interprete – è «colonna e sostegno della verità» (1 Tm 3,15). Perché? Perché è ispirata, sostenuta dallo Spirito Santo. E la missione della Chiesa è aiutare i fedeli e coloro che cercano la verità a interpretare correttamente i testi biblici.

Un modo di realizzare la lettura spirituale della Parola di Dio è ciò che si chiama la lectio divina, una parola il cui significato forse non comprendiamo. Consiste nel dedicare un tempo della giornata alla lettura personale e meditata di un passaggio delle Scritture. E questo è molto importante: ogni giorno prendersi un tempo per ascoltare, per meditare, leggendo un passaggio della Scrittura. E per questo vi raccomando: tenete sempre un Vangelo tascabile e portatelo nella borsa, nelle tasche… Così, quando siete in viaggio o quando avete un po’ di tempo libero, lo prendete e lo leggete… Questo è molto importante per la vita. Prendete un Vangelo tascabile e durante la giornata leggetelo una volta, due volte, quando potete. Ma la lettura spirituale delle Scritture per eccellenza è la lettura comunitaria che si realizza nella Liturgia, nella Santa Messa. Lì vediamo come un evento o un insegnamento, dato nell’Antico Testamento, trova il suo pieno compimento nel Vangelo di Cristo. E l’omelia, quel commento che fa il celebrante, deve aiutare a trasferire la Parola di Dio dal libro alla vita. Ma per questo, l’omelia deve essere breve: un’immagine, un pensiero, un sentimento. L’omelia non deve durare più di otto minuti, perché dopo quel tempo si perde l’attenzione e la gente si addormenta, e ha ragione. Un’omelia deve essere così. E questo è ciò che voglio dire ai sacerdoti che parlano molto, spesso, e non si capisce di cosa parlano. Un’omelia breve: un pensiero, un sentimento e un’indicazione per l’azione, come fare. Non più di otto minuti. Perché l’omelia deve aiutare a trasferire la Parola di Dio dal libro alla vita. E, tra le molte parole di Dio che ascoltiamo ogni giorno nella Messa o nella Liturgia delle Ore, ce n’è sempre una che è destinata specialmente a noi. Qualcosa che ci arriva al cuore. Se la accogliamo nel nostro cuore, può illuminare la nostra giornata, animare la nostra preghiera. Si tratta di non lasciare che cada nel vuoto!

Concludiamo con un pensiero che può aiutarci a innamorarci della Parola di Dio. Come alcuni pezzi musicali, la Sacra Scrittura ha una nota sottostante che la accompagna dall’inizio alla fine, e questa nota è l’amore di Dio. «Tutta la Bibbia – osserva Sant’Agostino – non fa che narrare l’amore di Dio»[1]. E San Gregorio Magno definisce la Scrittura come ‘una lettera di Dio Onnipotente alla sua creatura’, come una lettera dello Sposo alla sposa, e esorta a «imparare a conoscere il cuore di Dio nelle parole di Dio’»[2]. «… con questa rivelazione – dice il Vaticano II – Dio invisibile, …parla agli uomini come amici, mosso dal suo grande amore, e dimora con loro, per invitarli alla comunione con sé e riceverli nella sua compagnia» (Dei Verbum, 2).

Cari fratelli e sorelle, avanti con la lettura della Bibbia! Ma non dimenticate il Vangelo tascabile: portatelo nella borsa, nella tasca, e in qualche momento della giornata leggete un passaggio. Questo vi avvicinerà molto allo Spirito Santo che è nella Parola di Dio. Che lo Spirito Santo, che ha ispirato le Scritture e ora soffia da esse, ci aiuti a cogliere questo amore di Dio nelle situazioni concrete della vita. Grazie.

12 Giugno 2024

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