Il vescovo Erwin Kräutler, noto per le sue posizioni controverse, ha ribadito la richiesta di permettere l’accesso delle donne al sacerdozio. Kräutler, che oggi compie 85 anni, continua a sollecitare riforme nella Chiesa cattolica, sostenendo la necessità di rispondere agli “ostacoli particolarmente gravi per una Chiesa sinodale”.
Critica al clericalismo e richiesta di ordinazione per le donne
Kräutler, vescovo emerito della diocesi di Altamira-Xingu in Brasile, critica da decenni il sistema gerarchico della Chiesa cattolica. Secondo lui, è fondamentale non continuare a negare alle donne “la grazia dell’ordinazione”.
Durante il suo episcopato dal 1981 al 2015, Kräutler ha servito nella diocesi più grande del Brasile. Ha sottolineato che la Chiesa in Amazzonia rimane viva grazie alle donne che, da decenni, lavorano come leader comunitarie, catechiste e insegnanti di religione.
Partecipazione e clericalismo
Kräutler descrive la partecipazione nella Chiesa come “diritto di ogni cristiano”, che include l’assunzione di responsabilità. Tuttavia, la Chiesa cattolica trova “molto difficile” enfatizzare il sacerdozio generale a causa di un clericalismo che sta riemergendo.
Il vescovo considera pericolosa la tendenza verso l'”autorità tradizionale” dei sacerdoti e dei vescovi, poiché questa autorità non è definita dal popolo. Kräutler afferma che il vero significato della sinodalità è “essere lì per il popolo e viaggiare con il popolo di Dio”.
Partecipazione delle donne nella Chiesa
Kräutler vede la partecipazione delle donne come parte integrante dell’orientamento sinodale. Ha criticato il Papa Francesco per aver rimosso questo tema dal programma sinodale, non comprendendo perché nella lettera postsinodale sul Sinodo amazzonico del 2019 non si faccia menzione dell’approvazione dei sacerdoti sposati o del diaconato femminile.
Il vescovo si mostra pessimista riguardo al processo sinodale della Chiesa universale, lamentando che le proposte audaci dei vescovi non vengono raccolte. Tuttavia, è positivo riguardo alla presenza delle “madri sinodali con diritto di voto”, nonostante le opposizioni dell’ala più conservatrice della Chiesa.
Lascia un commento