Il prelato dell’Opus Dei, Monsignor Fernando Ocáriz, ha espresso il suo impegno ad assistere coloro che affermano di essere stati danneggiati dall’istituzione, in un momento in cui quattro membri dell’organizzazione sono sotto indagine in Argentina con l’accusa di tratta di persone.
Queste dichiarazioni sono state fatte in un’intervista con The Pillar, dopo l’annuncio della creazione di una commissione di ascolto per affrontare i conflitti con ex membri che nel 2021 avevano denunciato cattive condizioni lavorative e mancanza di pagamento. La procura argentina ha avviato un’indagine formale contro quattro sacerdoti della prelatura nel Paese.
«Abbiamo creato il primo ufficio di guarigione e risoluzione per risolvere ogni conflitto individuale», ha spiegato Ocáriz, aggiungendo che il nuovo ufficio ha facilitato accordi con diverse persone, permettendo anche «una richiesta personale e concreta di perdono».
Secondo Ocáriz, questo processo di ascolto e risoluzione ha portato sollievo agli ex membri dell’istituzione che non avevano trovato il sostegno atteso. «Dopo questo lavoro iniziale, stiamo stabilendo procedure simili in altri Paesi», ha detto il prelato alla testata statunitense.
Riforme canoniche sotto la supervisione di Papa Francesco
Come vi abbiamo raccontato negli ultimi anni, Papa Francesco ha promosso una serie di cambiamenti nella struttura canonica dell’Opus Dei. Il primo documento motu proprio, emesso nel 2022, trasferiva la supervisione della prelatura dal Dicastero per i Vescovi al Dicastero per il Clero e richiedeva la presentazione di rapporti annuali invece che quinquennali. Inoltre, stabiliva che il prelato non dovesse essere vescovo.
Un secondo motu proprio, nell’agosto del 2023, specificava che le prelature personali sarebbero considerate “associazioni clericali pubbliche di diritto pontificio”, chiarendo che i laici agirebbero solo come “cooperatori organici”. Questa distinzione, benché tecnica, sarà fondamentale per i prossimi Statuti dell’Opus, dove i fedeli laici potrebbero rimanere esclusi e potrebbero essere costretti a formare un’Associazione di fedeli per organizzarsi, sotto l’ombrello dell’Opus Dei.
Ocáriz ha riconosciuto a The Pillar che questa ristrutturazione presenta delle sfide: «Forse il protagonismo che il Concilio Vaticano II voleva per i laici ha ancora molta strada da fare», e ha assicurato che le modifiche agli statuti dell’Opus Dei si stanno facendo con l’obiettivo di «adattarsi al carisma» dell’istituzione. «Il diritto, così necessario, segue la vita, segue il messaggio incarnato, per sostenere e dare continuità alla vita», ha aggiunto il ‘Moderatore’ generale dell’Opus Dei.
Polemiche e sfide recenti
L’Opus Dei non affronta solo accuse in Argentina, ma anche critiche da altri settori. A settembre, il New York Magazine ha pubblicato un articolo intitolato «Come l’Opus Dei ha conquistato DC», suggerendo che l’organizzazione cerchi di influenzare la politica statunitense. Ocáriz ha respinto queste accuse come “teorie cospirative” e “manipolazioni della verità”, sottolineando che “nell’Opus Dei non diamo consigli né ordini di carattere politico a nessuno”.
Ocáriz sostiene che parte di queste polemiche derivino da una mancata comprensione del ruolo dei laici in politica, difendendo che l’istituzione rispetta l’autonomia di ogni membro nel decidere secondo la propria coscienza e senza interferenze.
Di fronte alle controversie, Ocáriz ritiene che le critiche, sebbene talvolta infondate, rappresentino un’opportunità per l’autoesame. «Ogni libro, articolo o documentario che menzioni ci pesa, perché esprime il dolore o la frustrazione di qualcuno», ha dichiarato il prelato, aggiungendo che si impegnano ad evitare motivi di insoddisfazione.
Monsignor Fernando Ocáriz ha sottolineato, nella sua conversazione con The Pillar, la gratitudine di molti ex membri che, dopo aver lasciato l’istituzione, continuano ad apprezzare il tempo e l’accompagnamento ricevuti durante la loro appartenenza all’Opus Dei.
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