Infovaticana
“Non recitiamo il Credo perché é troppo lungo”
News

“Non recitiamo il Credo perché é troppo lungo”

6-2-11 Javier Baeza, il responsabile della Parrocchia Rossa di Entrevias (Madrid) racconta le proprie contraddizioni a INFOVATICANA: Un lavoro sociale brillante e un magistero carico di ombre. Javier Baeza é un sacerdote che non crede nella reale presenza di Gesù Cristo nell´Eucarestia. Da qui in poi, tutto è possibile. A livello sociale il suo lavoro é brillante: aiuta le famiglie vittime della droga, toglie dalla strada le prostitute, porta da mangiare ai bambini affamati, aiuta le persone con poche risorse…Ma come sacerdote, le ombre son tante: assistenze ad aborti, eresia e flirt politici. Una lunga conversazione con lui ci aiuta a rivivere il cammino di Javier Baeza, il prete rosso di Entrevias, un cammino che molti consideriamo inaccettabile per una persona che non sembra un sacerdote della Chiesa Cattolica, ma lui non rinuncia ne al suo magistero ne al suo stipendio. Andrés García de la Cuerda, figura rilevante dell´Arcidiocesi, 30 anni fa fece una domanda a Javier Baeza durante la sua frequenza al seminario, pochi mesi prima di diventare sacerdote: “Ma tu Javi, vuoi essere un lavoratore sociale o un sacerdote? L’interesse per i problemi sociali lo ha coinvolto in molte iniziative negli anni 80 che agli occhi dei suoi professori, potevano portarlo a dimenticare la parte fondamentale della sua missione sacerdotale: la salvezza delle anime. Dopo i diversi scandali che hanno visto protagonista la famosa Chiesa rossa di Entrevias, l´allora arcivescovo di Madrid, Rouco Varela, decise di trasformarla in un centro di assistenza diocesana e toglierli il rango di parrocchia. Ora Baeza é il cappellano maggiore del centro di assistenza nel quale si è trasformato San Carlo Borromeo e percepisce uno stipendio pagato dalla diocesi. Non rinuncia a ricevere il sostegno della Chiesa, anche se non è d´accordo con la sua dottrina: Tra gli scandali di questa Chiesa Rossa che hanno occupato le prime pagine dei mezzi d’informazione, si sottolinea l´utilizzo di pasticcini e dolci al momento della consacrazione. Javier Baeza giustifica il fatto di consacrare un alimento qualsiasi dicendo che “i sacramenti sono solo un simbolo” e la materia è solo materia e non si deve divinizzare”. Questo sacerdote non crede nella presenza reale di Cristo nell´ Eucarestia e racconta che una volta, trovandosi nella parrocchia di Vicalvaro una mattina trovò il Tabernacolo profanato e che gli risultò “sgradevole” dover raccogliere da terra le Ostie Consacrate, e pensò che non fosse necessario tutto quel protocollo per raccogliere Cristo dal pavimento. Per quanto riguarda la consacrazione di pasticcini e dolci Baeza dice che basandosi “su quel poco che ricordava della formazione in seminario” era cosciente che quello che si apprestava a fare “era un’assurdità teologica, canonica e liturgica”, ma pensò che “fosse più importante il gesto di una dei fedeli che aveva offerto dei pasticcini perché tutti si comunicassero con quelli”. Una signora tira fuori dalla borsa dei dolci nel momento della consacrazione e il sacerdote considera che, vista la generosità di quel gesto, meritino la consacrazione. Questo è un esempio dei criteri che guidano il cappellano di San Carlo Borromeo che continua a celebrare messa tutte le domeniche senza il messale e senza recitare il credo perché è troppo lungo e la gente non lo conosce. Ovviamente in quella chiesa non esistono i confessionali. “Ho accompagnato una ragazza ad abortire” Questo sacerdote non solo non crede nella presenza reale di Cristo, nell’Eucarestia, ma considera discutibile il fatto che la vita umana inizi nel concepimento. Rispetto all´aborto, Baeza usa l´espressione interruzione della gravidanza e sostiene che, anche se lui a priori non è d´accordo, ci sono casi nei quali le donne non possono farsi carico dei bambini. Racconta con naturalezza di aver accompagnato una giovane ad abortire appoggiandola nella sua decisione perché nel periodo nel quale rimase incinta non poteva affrontare il fatto di avere un bambino. “Alcune monache mi dissero di parlare con una ragazza che si prostituiva. Aveva una situazione molto complicata perché era una tossicodipendente” inizia il suo racconto il sacerdote. Un giorno, questa ragazza gli chiese aiuto perché era rimasta incinta e non sapeva cosa fare. “Credo che sia una delle cose più lucide che abbia mai fatto: le dissi che non ero d´accordo con l´aborto, ma che la decisione la doveva prendere lei e io l´avrei appoggiata” racconta Baeza. Quando la ragazza decise di uccidere suo figlio lui l´accompagnò alla clinica per abortire. “Ora questa ragazza è felice ed ha un altro bambino” dice il sacerdote, che afferma di non avere nessun rimorso per la sua decisione. “Con Rouco é stato sempre impossibile parlare”  Anche se nessuno discute il grande lavoro sociale che porta avanti Baeza a San Carlo Borromeo, la sua vocazione sembra più quella di un lavoratore sociale che quella di un sacerdote, come già dicevano i suoi professori. La sua preoccupazione per le persone con poche risorse l´ha portato ad accogliere in casa dei bambini che vivevano delle situazioni drammatiche in famiglia. Il fatto che vivesse con dei bambini non è piaciuto all´arcivescovo di Madrid e, a quanto dice Baeza, il cardinale Rouco Varela lo rimproverò durante un incontro. Durante la sua conversazione con INFOVATICANA, Baeza ha colto l´occasione per sottolineare il suo impegno nel sociale al contrario di altri che vogliono solo farsi la foto. No ha esitato infatti nel criticare Padre Angel perché visita spesso San Carlo Borromeo, ma solo per farsi vedere. “Mi fa rabbia perché Padre Angel é molto folcloristico. Viene spesso, si fa la foto e se ne va”. Conferma di aver gradito molto il rimprovero che gli fece Osoro nel corso dell´omaggio a Zerolo e che in quell’occasione chiamò il presidente dei Messaggeri della Pace per dirgli: “Mi piace il fatto che arrivino dei rimproveri anche a te, e addirittura da parte del tuo amico che ti ha dato una parrocchia”. Baeza crede che da parte dell´arcivescovato di Madrid lo si riprenda troppo. Non è mai andato d´accordo con Rouco e non ha avuto dubbi nel criticare il suo comportamento principesco che, a suo parere, contrasta con quello dell’attuale arcivescovo di Madrid Carlos Osoro. “E’ più facile parlare con Osoro, con Rouco invece é sempre stato impossibile” conferma Baeza, che racconta tra l´altro come Osoro lo abbia chiamato per cenare e si sia preoccupato dello sviluppo di San Carlo Borromeo, questo si, senza smettere mai di scrivere su Whatsapp. Per Baeza, colpito dalla lunga visita dell´arcivescovo di Madrid alle favelas di Gallinero, Osoro é un “uomo conservatore” ma con il quale si può parlare di argomenti conflittuali come l´uso dei preservativi o l´aborto. Baeza vede Papa Francesco come un uomo aperto che tutti comprendono meglio dei suoi predecessori, anche se pensa che sia in errore su molti argomenti. Dice che Francesco ha fatto dei passi importanti come ritirarsi nella Casa di Santa Marta e che sarebbe necessario che abbandoni il Vaticano e smetta di essere un Capo di Stato. Tra l´altro valuta in modo positivo la semplicità dell´attuale Pontefice che fa diventare la Chiesa più “madre” e che lo porta a gesti come visitare un carcere il Giovedì Santo e lavare i piedi di una mussulmana. “Quelli di Podemos hanno flirtato con me” La sua lotta per varie cause sociali ha portato Baeza a promuovere attività politiche di ultra sinistra in San Carlo Borromeo e ad appoggiare nel suo account di Twitter politiche di partiti come Podemos o la sua emanazione “Ahora Madrid”. Come ha scritto INFOVATICANA pochi giorni fa, questo centro di assistenza ha organizzato sabato scorso un atto del circolo di Podemos Vallecas ed ha dato rifugio al delinquente Alfon prima che si costituisse. Baeza sostiene con fermezza che “è un errore che i sacerdoti siano apolitici” e ammette che la sua ideologia si identifica con i principi di Ahora Madrid e non ha avuto dubbi nel dichiararsi di ultra sinistra. Del sindaco di Madrid Manuela Carmena dice che è una persona di “provata morale ed etica” e difende Rita Maestre e Guillermo Zapata perché “non si può pretendere che le persone che sono in politica abbiano un passato impeccabile”. Baeza dichiara inoltre che Podemos gli ha fatto la corte perché entrasse nella lista elettorale, ma lui si è rifiutato perché si sente più felice facendo il prete.. Sentendosi felice con la propria vocazione al sacerdozio, nonostante le molte ombre che gravano sul suo ministero, Baeza non pensa di militare in nessun partito politico, ma questo non significa che “non lotti per le cause che considero giuste”. Una delle sue cause giuste fu quella di accogliere “Alfon” prima che si costituisse, visto che Baeza si unisce al coro di chi considera il giovane una vittima della polizia. “Alfon era indagato dal 2001 e quando la polizia perquisì la sua casa, gli agenti dissero ai genitori che lo tenevano sotto mira” dice Baeza.

17 Luglio 2015

About Author

lola.giraldos


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *