Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha firmato giovedì scorso una legge che permette ai vari Stati di avere libertà di scelta se finanziare o meno con i soldi pubblici Planned Parenthood, quello che viene considerato come il più grande abortificio del mondo.
La firma di Trump comporta, infatti, l’abrogazione di una legge approvata negli ultimi giorni della presidenza Obama, che di fatto non permetteva ai singoli stati questa libertà e dunque li costringeva a versare denaro pubblico in favore delle ong che praticavano o aiutavano le donne all’interruzione di gravidanza.
Dopo la decisione di Trump nei primi giorni successivi al suo insediamento alla Casa Bianca, il provvedimento è adesso passato al Congresso e anche al Senato, diventando appunto legge. Una norma che sembra essere condivisa da gran parte del popolo americano – nonostante le “battaglie” di molti artisti ed esponenti del mondo politico progressista – soprattutto dopo gli scandali che hanno coinvolto Planned Parenthood (vendita lucrosa si feti, uccisione di bambini nati vivi, ecc.) che riceveva circa mezzo miliardo di dollari ogni anno dai contribuenti americani.
Come riporta il sito web LifeSiteNews, Marjorie Dannenfelser, leader del movimento prolife e presidente della Susan B. Anthony List, ha affermato che «questa settimana il movimento pro vita ha avuto due grandi vittorie: il primo luogo il giuramento di Neil Gorsuch come nuovo giudice della Corte Suprema e adesso il presidente Trump ha annullato quello che era il “regalo d’addio” dell’ex presidente Obama all’industria dell’aborto».
Lascia un commento