Secondo quanto riporta il Sismografo che cita fonti locali – la notizia è poi stata confermata anche da Radio Vaticana – è stato ucciso, nelle prime ore della notte fra sabato e domenica, un sacerdote cappuccino, padre Njiva Lucien, 46 anni, e un diacono è rimasto ferito. I tragici fatti si sono registrati in Madagascar ad Ambendrana, a circa due chilometri dal centro della cittadina. Secondo le prime ricostruzioni non si tratterebbe di un omicidio per odio religioso, ma un tentativo di furto finito male. Gli aggressori, che sembrerebbe siano stati tre, si sono infatti introdotti nel centro dei cappuccini con la chiara intenzione di rubare alcune campane e alcune fonti riportano che già alcuni giorni fa c’era stato un primo tentativo di furto.
Il Madagascar non è però nuovo a crimini violenti di questo genere nei confronti dei cristiani. Lo scorso 1° aprile infatti, come riportò allora l’agenzia Fides, un violento assalto fu perpetrato nel convento delle Sœurs de Notre Dame de la Salette di Antsahatanteraka Antsirabe. Intorno all’una e mezzo di notte, sette banditi forzarono le porte del convento e assalirono le religiose nelle loro stanze. Una volontaria tedesca, una religiosa malgascia e tre ospiti subirono violenze sessuali, mentre un inserviente della comunità fu brutalmente picchiato perché cercò di difendere le donne. I criminali, inoltre, portarono via denaro, telefonini e altri oggetti di valore. Lo scorso 8 aprile, sempre in riferimento a questa tragica vicenda, la gendarmeria di Antsirabe ha fermato 26 persone, di cui appunto sette accusate di aver preso materialmente parte alle violenze e le altre sentite in qualità di testimoni.
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