“È una grande novità nella storia del giornale della Santa Sede l’edizione settimanale per l’Argentina che viene salutata su questo numero speciale da un chiarissimo incoraggiamento del Papa. Novità perché è la prima volta che una parte di questa edizione, accolta con speranza dalla Conferenza episcopale, nasce dal grande Paese sudamericano e viene integrata in quella che da quasi mezzo secolo è preparata in Vaticano. E novità anche perché per la prima volta a curarla è un cristiano non cattolico”.
Lo scrive Giovanni Maria Vian, direttore de “L’Osservatore Romano”, nel numero di oggi 31 dicembre 2016. “Sono novità coraggiose e che rappresentano al tempo stesso uno sviluppo coerente con la storia dell’Osservatore Romano”, aggiunge Vian. Già nel 1931 infatti era stata progettata, precisa il direttore, un’edizione del giornale in Argentina, e vent’anni più tardi, il 4 novembre 1951, uscì a Buenos Aires il primo numero di un “Observador Romano” (poi divenuto “El Observador Romano” e infine “L’Osservatore Romano”, con la specifica che si trattava della “Edición semanal argentina”.
L’iniziativa continuò fino al 1969, quando nacque l’edizione settimanale in spagnolo in Vaticano, da qui trasmessa e pubblicata in Perú (dal 1997), Messico (dal 1998), Argentina (dal 2005) e Spagna (dal 2009, con il quotidiano di Madrid “La Razón”). “Alla guida dell’edizione si sono succeduti dapprima due ecclesiastici, lo spagnolo Cipriano Calderón e il messicano Arturo Gutiérrez, e quindi due giornaliste laiche, la spagnola Marta Lago e dal 2015 l’argentina Silvina Pérez. A lei si affianca per l’edizione in Argentina un connazionale, collaboratore autorevole del quotidiano, il biblista protestante Marcelo Figueroa. Non è certo una novità infatti la presenza sull’Osservatore Romano di firme non cattoliche, più frequenti negli ultimi anni e che dal 2012 contribuiscono con vivace creatività al suo mensile ‘donne chiesa mondo’, dando vita reale alla linea voluta da Benedetto XVI e rafforzata da Francesco”.
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