Questa mattina, Papa Francesco ha dedicato la sua catechesi a parlare dello Spirito Santo negli Atti degli Apostoli.
Francesco ha sottolineato che «lo Spirito Santo non sempre opera l’unità all’improvviso, con interventi miracolosi e decisivi, come a Pentecoste». Secondo il Pontefice, «nella maggior parte dei casi agisce discretamente, rispettando i tempi e le differenze umane, passando attraverso persone e istituzioni, la preghiera e il confronto. In un modo, potremmo dire oggi, sinodale».
«L’unità della Chiesa è l’unità tra le persone e si realizza nella vita», ha aggiunto il Papa.
Catechesi completa
Catechesi. Lo Spirito e la Sposa. Lo Spirito Santo guida il Popolo di Dio all’incontro con Gesù, nostra speranza 8. «E tutti furono pieni di Spirito Santo» Lo Spirito Santo negli Atti degli Apostoli
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Nel nostro itinerario di catechesi sullo Spirito Santo e la Chiesa, oggi facciamo riferimento al libro degli Atti degli Apostoli.
Il racconto della discesa dello Spirito Santo a Pentecoste inizia con la descrizione di alcuni segni preparatori – il vento impetuoso e le lingue di fuoco – e trova la sua conclusione nell’affermazione: «E tutti furono pieni di Spirito Santo» (At 2,4). San Luca – che scrisse gli Atti degli Apostoli – sottolinea che lo Spirito Santo è colui che assicura l’universalità e l’unità della Chiesa. L’effetto immediato dell’essere “pieni di Spirito Santo” fu che gli Apostoli «cominciarono a parlare in altre lingue» e uscirono dal Cenacolo per annunciare Gesù Cristo alla folla (cf. At 2,4ss). In questo modo, Luca ha voluto evidenziare la missione universale della Chiesa come segno di una nuova unità tra tutti i popoli. Vediamo che lo Spirito lavora per l’unità in due modi: da un lato, spinge la Chiesa verso l’esterno, affinché possa accogliere sempre più persone e popoli; dall’altro, la raccoglie al suo interno per consolidare l’unità raggiunta. Le insegna a estendersi nell’universalità e a raccogliersi nell’unità. Universale e una: questo è il mistero della Chiesa.
Il primo dei due movimenti -l’universalità- lo vediamo in atto nel capitolo 10 degli Atti degli Apostoli, nell’episodio della conversione di Cornelio. Il giorno di Pentecoste, gli Apostoli avevano annunciato Cristo a tutti i Giudei e agli osservanti della legge mosaica, qualunque fosse il popolo di appartenenza. Fu necessario un altro «Pentecoste», molto simile al primo, quello della casa del centurione Cornelio, per indurre gli Apostoli ad ampliare l’orizzonte e abbattere l’ultima barriera, quella che separava Giudei e pagani (cfr. At 10-11).
Espansione geografica
A questa espansione etnica si aggiunge quella geografica. Paolo -leggiamo ancora negli Atti degli Apostoli (cfr. 16,6-10)- volle proclamare il Vangelo in una nuova regione dell’Asia Minore; ma, è scritto, «lo Spirito Santo glielo impedì»; volle passare in Bitinia «ma lo Spirito Santo non glielo permise». Si scopre in seguito la ragione di questi sorprendenti divieti dello Spirito: la notte successiva, l’Apostolo riceve in sogno l’ordine di andare in Macedonia. Così il Vangelo uscì dalla sua regione natale, l’Asia, ed entrò in Europa.
Il secondo movimento dello Spirito Santo -quello che crea l’unità- lo vediamo in atto nel capitolo 15 degli Atti, nello svolgimento di quello che viene chiamato il Concilio di Gerusalemme. Il problema sollevato è come fare in modo che l’universalità raggiunta non comprometta l’unità della Chiesa. Lo Spirito Santo non sempre opera l’unità all’improvviso, con interventi miracolosi e decisivi, come a Pentecoste. Lo fa anche -nella maggior parte dei casi- con un lavoro discreto, che rispetta i tempi e le differenze umane, passando attraverso persone e istituzioni, la preghiera e il confronto. In un modo, potremmo dire oggi, sinodale. Questo è ciò che accadde, infatti, nel Concilio di Gerusalemme, riguardo alla questione delle obbligazioni della legge mosaica da imporre ai convertiti dal paganesimo. La sua soluzione fu annunciata a tutta la Chiesa con le parole ben note: «È parso bene allo Spirito Santo e a noi…» (At 15,28).
Sant’Agostino e l’unità raggiunta dallo Spirito Santo
Sant’Agostino spiega l’unità realizzata dallo Spirito Santo con un’immagine che è diventata classica: «Come l’anima è per il corpo dell’uomo, così è lo Spirito Santo per il corpo di Cristo che è la Chiesa»,
Questa immagine ci aiuta a comprendere una cosa importante. Lo Spirito Santo non opera l’unità della Chiesa dall’esterno, non si limita a ordinarci di essere uniti. Egli stesso è il «vincolo dell’unità». È lui che realizza l’unità nella Chiesa.
Come sempre, concludiamo con un’idea che ci aiuta a passare dalla Chiesa nel suo insieme a ciascuno di noi. L’unità della Chiesa è l’unità tra le persone, e non si ottiene stabilendo un piano, ma nella vita. Si realizza nella vita. Tutti vogliamo l’unità, tutti la desideriamo dal profondo del cuore; tuttavia, è così difficile da raggiungere che, anche all’interno del matrimonio e della famiglia, l’unità e la concordia sono tra le cose più difficili da ottenere e ancor più da mantenere.
La ragione è che ognuno vuole, sì, che si realizzi l’unità, ma intorno al proprio punto di vista, senza pensare che l’altra persona di fronte a lui pensa esattamente lo stesso riguardo al «suo» punto di vista. Per questa strada, l’unità non fa che allontanarsi. L’unità di Pentecoste, secondo lo Spirito, si ottiene se ci sforziamo di mettere Dio, e non noi stessi, al centro. Anche l’unità dei cristiani si costruisce così: non aspettando che gli altri si uniscano a noi lì dove siamo, ma avanzando insieme verso Cristo.
Chiediamo allo Spirito Santo di aiutarci a essere strumenti di unità e di pace.
Saluti
Saluto cordialmente i pellegrini di lingua spagnola. In questo mese dedicato alle missioni —vedo bandiere uruguaiane, argentine, colombiane, ecuadoriane, messicane, a tutti vi saluto—, chiediamo allo Spirito Santo di aiutarci a rinnovare il nostro impegno battesimale, e che Cristo sia la pietra angolare delle nostre vite, per offrire una testimonianza gioiosa dell’unità e della pace che Egli ci dona. Che Gesù vi benedica e la Vergine Santa vi custodisca. Grazie tante.
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