Il gruppo attivista costaricano denominato Espacio Seguro Católico ha recentemente organizzato il congresso Voces Diversas Una Misma Fe, con il silenzio complice dell’episcopato locale.
Fonti costaricane confermano che l’evento si è tenuto presso la casa di esercizi spirituali dei Padri Claretiani a San José, Costa Rica. Il gruppo organizzatore è composto in gran parte da ex seminaristi del Seminario Nazionale.
«Espacio Seguro è una comunità nata dalla necessità di offrire alle persone cattoliche e sessualmente diverse uno spazio per condividere le loro esperienze di vita e di fede. In occasione del nostro quinto anniversario, sentivamo il bisogno di vivere questo congresso per sentirci parte della Chiesa, non solo noi, ma anche insieme a tante altre persone, e condividere quell’amore che abbiamo conosciuto in Gesù e che sappiamo essere rivolto a ciascuno di noi», ha dichiarato alla televisione locale Luis Diego Torres, coordinatore del gruppo pro-LGTB, il quale però non vive secondo gli insegnamenti della Chiesa.
Il congresso è stato caratterizzato dalla presenza della bandiera costaricana accanto a quella arcobaleno del movimento LGTB. Durante l’evento sono state pronunciate affermazioni come: «Una delle grandi paure e degli argomenti utilizzati per non parlare di diversità sessuale nella Chiesa è la complementarità… la sessualità è molto più ampia di questa visione» e «Dobbiamo essere sinodali nell’interpretazione biblica per ascoltare tutte le voci e superare una lettura così immatura, irrispettosa e irresponsabile su ciò che Dio vuole per noi».
Come prevedibile, il congresso cattolico LGTB ha visto la partecipazione online di James Martin, il cosiddetto “apostolo LGTB”, idolatrato da questi gruppi che cercano di cambiare l’insegnamento della Chiesa. È stato anche mostrato un video del sacerdote inglese James Alison, dichiaratamente omosessuale, che ha affermato: «Non esiste alcuna buona ragione, né nella Bibbia né nella fede cattolica, per condannare il nostro stile di vita o la nostra condizione sessuale». Ha inoltre sostenuto che non c’è nulla che impedisca di considerare tali persone come «figli, figlie e figlie di Dio, proprio perché Dio ci ha creati così».
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