Il Governo ha finalmente pubblicato il documento grafico che certifica la sua intenzione di distruggere la Valle dei Caduti. Sotto l’eufemismo orwelliano di «ridenominazione», il Ministero dell’Edilizia e dell’Agenda Urbana ha presentato una piantina in cui risulta evidente l’entità dell’operazione: non si tratta di un piccolo spazio destinato a un centro di interpretazione, ma della presa completa della Basilica Pontificia.
L’immagine non mente. L’area segnata in rosso — secondo lo stesso documento ufficiale — si estende dall’esplanade fino all’altare. Tutto l’asse liturgico, la navata, il transetto e la testata della Basilica sono inclusi nella zona da «ridenominare». In altre parole: vogliono trasformare un luogo sacro, consacrato, dove riposano martiri e monaci, in un parco tematico dell’odio. La cosiddetta “ridenominazione” non è altro che la profanazione sistematica dell’unico luogo che ancora ricorda che ci furono spagnoli che diedero la vita per Dio e per la Chiesa.
E nel frattempo, cosa fa la Chiesa? Dove sono i pastori? Dove sono i vescovi? Dove sono le grida di chi dovrebbe insorgere contro il saccheggio di un luogo sacro? Il silenzio episcopale è assordante. Alcuni persino — come Monsignor Munilla o Monsignor Cobo — continuano tronfi e trionfalisti.
Hanno avuto anni per difendere la Valle. Anni per fare pressione, negoziare, parlare chiaramente. E non hanno fatto nulla. Peggio ancora: hanno costretto Frate Santiago a lasciare la Valle, hanno permesso l’esumazione di Franco, e ora accettano senza resistenza la trasformazione della Basilica in un museo della “narrazione rossa”.
A cosa è servita tanta prudenza, tanto voltarsi dall’altra parte, tanto desiderio di compiacere il mondo? A nulla. Sono stati presi in giro, e la cosa peggiore è che lo sanno. Come ben dice Pablo Linares nella sua denuncia pubblica: “O peggio, lo sapete e state tradendo tutto”.
I vescovi di Spagna sono ancora in tempo per reagire. Ma ogni ora di silenzio è un’ora di complicità. Se tacciono, sono complici.
Se non difendono la Valle dei Caduti, non sono degni delle loro vesti.
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