Questa mattina, durante l’Udienza Generale, Papa Francesco ha rivolto un appello per la pacificazione nella Repubblica democratica del Congo; in particolare ha parlato a tutti i congolesi, affinché «in questo delicato momento della loro storia, siano artefici di riconciliazione e di pace. Coloro che hanno responsabilità politiche – ha detto il Papa – ascoltino la voce della propria coscienza e sappiano vedere le crudeli sofferenze dei loro connazionali e abbiano a cuore il bene comune». Il Paese africano è infatti teatro, in questi giorni, di violenti scontri e tensioni politiche, dopo che il presidente Joseph Kabila, il cui mandato è scaduto ieri, non ha lasciato il potere. Le forze di sicurezza hanno ucciso almeno 26 persone durante le proteste anti-Kabila, nella capitale Kinshasa. E le forze di opposizione hanno parlato di un vero e proprio “colpo di Stato” messo in atto dal presidente in carica. Il partito di maggioranza, infatti, vorrebbe mantenere il potere addirittura fino al 2018, con il pretesto di “organizzare” le prossime elezioni.
Papa Francesco aveva parlato del Congo già durante l’Angelus di domenica scorsa, anche a seguito del suo incontro – avvenuto lunedì scorso – con il presidente e il vicepresidente della Conferenza Episcopale del Paese africano, mons. Marcel Utembi Tapa e mons. Fridolin Ambongo Besungu.
«Nell’assicurare il mio sostegno e il mio affetto all’amato popolo di quel Paese – ha detto il Pontefice oggi – invito tutti a lasciarsi guidare dalla luce del Redentore del mondo e prego affinché il Natale del Signore apra cammini di speranza».
La Chiesa cattolica in Congo, di cui i due vescovi rappresentano i vertice, era impegnata con altri rappresentanti di opposizione in un tavolo sulla crisi della Repubblica democratica, tavolo che si è chiuso sabato scorso senza i risultati sperati.
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