È stato ufficialmente aperto il processo di beatificazione di padre Jacques Hamel, il sacerdote brutalmente sgozzata dalla furia di due terroristi islamici lo scorso 26 luglio, mentre stava celebrando la Messa nella chiesa di Saint-Étienne-du-Rouvray, nella cittadina francese di Rouen.
A dare l’annuncio dell’inizio dell’iter è stato, ieri, l’arcivescovo di Rouen, monsignor Dominique Lebrun, che ha parlato davanti in una grande assemblea davanti ai sacerdoti e ai diaconi della diocesi. La notizia è stata poi divulgata tramite un comunicato ufficiale sul sito della stessa diocesi. «L’inchiesta diocesana è dunque aperta. I fedeli sono chiamati a testimoniare spontaneamente» si legge nel documenti, mentre una cinquantina di persone saranno convocate per testimoniare a vario titolo sulla vita di padre Hamel e sugli istanti che hanno portato al suo martirio. Tra di loro anche persone che gli sono state vicine durante la vita: la famiglia, i sacerdoti, i parrocchiani, amici. «Se il risultato sarà positivo – prosegue il comunicato – il martirio di padre Jacques Hamel sarà allora ufficialmente riconosciuto secondo il criterio della Chiesa cattolica: aver subito la morte per la sua fede in Gesù Cristo». Il processo seguirà dunque l’iter tradizionale previsto in questi casi, con un’inchiesta diocesana prima e una fase successiva che si svolgerà a Roma.
L’annuncio ufficiale di ieri conferma quanto già noto dallo scorso 2 ottobre, quando l’arcivescovo Lebrun, durante la Messa di riparazione e per la riapertura della chiesa dopo l’omicidio di padre Jacques, aveva anticipato il via libera alla procedura dell’inchiesta diocesana per la beatificazione di padre Hamel grazie alla dispensa, concessa da papa Francesco, dei cinque anni necessari per aprire il processo.
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