La Chiesa Caldea, guidata dal Patriarca Cardinale Louis Raphaël Sako, ha rilasciato una dichiarazione in seguito alla risoluzione adottata dal Sinodo Caldeo riguardante la benedizione delle coppie omosessuali.
Risoluzioni del Sinodo Caldeo
Nella sessione tenutasi martedì 16 luglio, i padri sinodali hanno discusso diverse tematiche, tra cui il problema dell’abuso sessuale e la questione della benedizione delle coppie omosessuali. Questo dibattito è emerso dopo il documento Fiducia Supplicans del Cardinale Víctor Manuel Fernández, pubblicato a dicembre scorso, che ha generato molteplici controversie all’interno della Chiesa Cattolica e con altre confessioni religiose.
Posizione della Chiesa Caldea
La Chiesa Caldea ha espresso chiaramente la sua posizione attraverso un comunicato forte e deciso. La risoluzione adottata dal Sinodo afferma: “La Chiesa Caldea in Iraq e nel resto del mondo non considera le unioni tra persone dello stesso sesso come matrimonio. Riteniamo che il matrimonio sia tra un uomo e una donna, ed è questa l’unione corretta e legittima per costruire una famiglia. Pertanto, rifiutiamo di benedire le unioni tra persone dello stesso sesso per preservare la santità del matrimonio.”
Impatto e conseguenze
Questa posizione netta potrebbe creare tensioni con il Vaticano, ma la Chiesa Caldea è determinata a mantenere la sua dottrina tradizionale. Inoltre, il Sinodo ha sottolineato l’importanza di proteggere i bambini dagli abusi sessuali e di educare i sacerdoti sui pericoli di tali abusi. È stato anche evidenziato che i sacerdoti devono partecipare a programmi di protezione dei minori e ottenere una certificazione dall’autorità ecclesiastica locale.
Conclusioni
La decisione della Chiesa Caldea di unirsi all’episcopato africano nel rifiutare la benedizione delle coppie omosessuali mostra una chiara volontà di preservare la dottrina tradizionale del matrimonio. Questa posizione, pur creando possibili frizioni con Roma, riflette una preoccupazione profonda per la santità del matrimonio e la protezione dei più vulnerabili all’interno della comunità ecclesiastica.
Lascia un commento