Un gruppo di manifestanti ha interrotto domenica un servizio religioso nella Cattedrale di San Patrizio, ad Armagh (Irlanda), per denunciare quello che definiscono il “silenzio della Chiesa cattolica sul genocidio in Palestina”, secondo quanto riportato dalla BBC.
Durante la trasmissione in diretta della Messa, diffusa sui social media della cattedrale, circa 30 persone sono entrate nel tempio portando cartelli relativi alla loro causa. Tra i manifestanti c’era Deirdre Murphy Linder, che in un video condiviso online ha dichiarato che si trattava di “un gruppo di cristiani di diverse comunità” che ha compiuto una “processione silenziosa e dignitosa al termine della comunione”.
La risposta del celebrante
Dopo l’atto profanatorio, il sacerdote Barry Mathews, che stava celebrando la Messa in quel momento, ha criticato l’uso della celebrazione religiosa a fini politici. Rivolgendosi ai fedeli, ha sottolineato che la Chiesa “non è un’organizzazione politica, ma una comunità che confida nel piano di Dio e nella sua presenza”. Ha inoltre evidenziato il sostegno dei parrocchiani per aiutare i bambini a Gaza, segnalando che erano state donate 5.000 sterline per questa causa.
“Non usiamo la Messa come un’opportunità per una foto veloce”, ha dichiarato il padre Mathews. “Non utilizziamo la chiesa come luogo per dichiarazioni politiche”. Le sue parole sono state accolte con un applauso dai presenti.
Posizione dell’arcidiocesi e reazioni
Un portavoce dell’arcidiocesi di Armagh ha ricordato che l’arcivescovo Eamon Martin, insieme ad altri vescovi irlandesi, ha affrontato la situazione a Gaza in diverse occasioni. “L’arcivescovo ha dedicato il suo messaggio di Capodanno 2024 a questo tema e ha rilasciato diverse interviste ai media”, ha affermato in un comunicato. È stato anche menzionato che recentemente la Conferenza Episcopale Irlandese si è espressa sulla devastazione e sulle perdite di vite a Gaza.
Tuttavia, l’attivista Murphy Linder ha messo in dubbio la posizione della Chiesa, affermando che i leader cristiani “si sono espressi con fermezza contro l’invasione russa in Ucraina, giustamente, ma ora stanno tradendo la fede di miliardi di persone non alzando la voce con maggiore incisività su Gaza”. Ha inoltre denunciato che da “14 mesi assistiamo a immagini orribili e a un genocidio”, sostenendo che ciò richiede una risposta più forte da parte delle chiese cristiane.
Lascia un commento