Papa Francesco ha presieduto questa mattina la Messa Crismale nella Basilica di San Pietro, incontrando i sacerdoti della Diocesi di Roma. L’evangelizzazione – ha detto il Pontefice durante l’omelia – deve essere portata avanti con gioia perché la Verità che il Vangelo porta con sé è una verità che si è fatta carne, che si è fatta tenerezza. Durante la celebrazione sono stati benedetti gli Oli dei Catecumeni e degli Infermi e il Crisma che serviranno per l’amministrazione dei Sacramenti nel corso dell’anno. Francesco ha soprattutto invitato i sacerdoti a non evangelizzare né in modo presuntuoso né rigido e ha dato loro alcuni suggerimenti.
«L’omelia, breve se possibile, deve essere predicata con la gioia che tocca il cuore» ha affermato il Papa, e «come ogni discepolo missionario, il sacerdote rende gioioso l’annuncio con tutto il suo essere». Il Vangelo – ha sottolineato – «nell’atto di essere annunciato diventa gioiosa e misericordiosa verità». E nessuno, ha ammonito il Papa, deve separare «queste tre grazie del Vangelo: la sua Verità, non negoziabile, la sua Misericordia, incondizionata con tutti i peccatori, e la sua Gioia intima e inclusiva».
Il Papa ha poi presentato tre icone, tre otri nuovi, spiegando dove e come conservare bene l’annuncio del Vangelo. La prima icona è quella delle anfore di pietra delle nozze di Cana, che rispecchiano bene quell’Otre perfetto che è la Madonna: «senza la Madonna – ha detto – non possiamo andare avanti nel nostro sacerdozio, Lei è la piccola serva del Padre che trasalisce di gioia nella lode». «La sua pienezza contagiosa – ha proseguito – ci permette di superare la tentazione della paura: quel non avere il coraggio di farsi riempire fino all’orlo, anche di più, eh?, quella pusillanimità di non andare a contagiare di gioia gli altri».
La seconda icona è la brocca con cui la Samaritana ha dissetato Gesù, che il Papa ha accostato alla «concretezza inclusiva dell’amore» di Madre Teresa di Calcutta. La santa albanese «ha portato il lieto Annuncio a tutti. Il modo di toccare con le mani le ferite: le carezze sacerdotali ai malati, ai disperati». Il ministero sacerdotale, quindi, deve essere quello di un uomo «della tenerezza e della concretezza».
Infine la terza icona presentata dal Santo Padre è stata quella del Cuore trafitto di Gesù. «Da Lui – ha affermato il Papa – dobbiamo imparare che annunciare una grande gioia a coloro che sono molto poveri non si può fare se non in modo rispettoso e umile fino all’umiliazione». Ecco perché l’evangelizzazione non può essere presuntuosa e rigida, ma al contrario deve farsi concreta, tenera e umile, così come umilmente e concretamente la Parola si è fatta carne, si è fatta uomo fino alla sofferenza della croce.
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