Papa Francesco è partito alla volta di Cile e Peru per quello che sarà il suo 22° Viaggio Apostolico Internazionale. L’aereo papale è decollato alle 8.55 di questa mattina e atterrerà alle 20:10 ora locale di Santiago del Cile, quando in Italia sarà mezzanotte, dopo sedici ore di volo.
Poco dopo il decollo il Santo Padre ha incontrato i giornalisti presenti insieme a lui sul B777 dell’Alitalia e come di consueto si è intrattenuto per rispondere alle domande dei cronisti.
«Sì, ho davvero paura. Basta un incidente per innescare la guerra e quindi bisogna distruggere le armi, adoperarci per il disarmo nucleare». Con queste parole il Pontefice ha risposto alle domande di uno dei giornalisti e ha distribuito la foto choc sulla guerra che era già stata pubblicata e diffusa a fine dicembre proprio per volontà di Francesco. «Ho scelto questa immagine – ha spiegato – perché commuove più di mille parole». La foto, scattata dal fotografo americano Joseph Roger O’ Donnell dopo il bombardamento atomico a Nagasaki, mostra un bambino che aspetta il proprio turno per far cremare il fratellino morto che porta sulle spalle. Uno scatto che ha commosso così tanto il Papa da indurlo a sceglierla come monito per denunciare quello che lui stesso sul cartoncino ha scritto essere «il frutto della guerra». Le armi di distruzione di massa «e in particolare quelle atomiche – si legge accanto alla foto – altro non generano che un ingannevole senso di sicurezza e non possono costituire la base della pacifica convivenza fra i membri della famiglia umana, che deve invece ispirarsi ad un’etica di solidarietà».
In occasione della sua partenza, Papa Francesco ha inoltre inviato un telegramma di saluti al Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella, augurando «il benessere spirituale, civile e sociale del popolo italiano». Il Papa ha evidenziato al Presidente che parte per il Sudamerica «per sostenere la missione della Chiesa locale e portare un messaggio di speranza».
Il Presidente Mattarella ha risposto al Papa augurandogli buon viaggio, sottolineando che «l’Italia e la comunità internazionale sono consapevoli del profondo significato di speranza di questa sua visita apostolica in due Paesi profondamente influenzati da antiche culture e dalle radici popolari che ne animano la tradizione cattolica. La Sua presenza costituirà per il Cile e il Perù la più alta testimonianza dell’attenzione della Chiesa per la costruzione di società più eque e giuste».
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