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Il Papa ai terremotati: «ricostruire i cuori prima delle case. Ricostruire tutti insieme»
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Il Papa ai terremotati: «ricostruire i cuori prima delle case. Ricostruire tutti insieme»

Un’udienza speciale, quella di questa mattina in Aula Paolo VI in Vaticano, per oltre 7mila persone provenienti dai luoghi del Centro Italia colpiti dal terremoto. Il filo conduttore del discorso, tutto a braccio, di Papa Francesco è stata la parola “ricostruire”. Dopo aver ascoltato due testimonianze, il Pontefice si è rivolto ai presenti parlando della sofferenza, del rispetto, delle ferite di chi ha subito la perdita dei propri cari o delle proprie case, ma anche della speranza, mai persa e mai distrutta, neanche dal sisma.

«Ricostruire i cuori prima delle case» ha ribadito Francesco, che si è anche soffermato sulle tante mani che hanno aiutato e lavorato durante i momenti più critici. «Per ricostruire ci vogliono il cuore e le mani, le nostre mani, le mani di tutti. Quelle mani con le quali noi diciamo che Dio ha fatto il mondo come un artigiano, le mani che guariscono». Poi, citando la testimonianza di don Luciano, parroco dell’Abazia di Sant’Eutizio di Spoleto-Norcia, ha ricordato quanto sia importante restare e popolare quei territori, per «non ferire di più quello che è ferito. E non ferire con parole vuote, tante volte, con notizie che non hanno il rispetto, che non hanno la tenerezza davanti al dolore». Le ferite, ha proseguito Francesco, «guariranno, ma le cicatrici rimarranno per tutta la vita e saranno un ricordo di questo momento di dolore, sarà una vita con una cicatrice in più. Sono orgoglioso – ha aggiunto – dei parroci che non hanno lasciato la terra e questo è buono: avere pastori che quando vedono il lupo non fuggono».

Il Papa si è inoltre soffermata su un’altra parola che lo ha colpito molto delle testimonianze ascoltate durante l’udienza, la “vicinanza”. «La vicinanza – ha affermato – ci fa più umani, più persone di bene, più coraggiosi. Una cosa è andare solo, sulla strada della vita e una cosa è andare per mano con l’altro, vicino all’altro». La ricostruzione e la vita, ha ribadito, possono ripartire «senza perdere la capacità di sognare», avendo quindi «il coraggio di sognare una volta in più». Francesco ha inoltre ricordato quanto vissuto in prima persona la mattina del 24 agosto, appena saputo del sisma. «Ho subito sentito di dovermi recare lì, in quei luoghi; e poi ho sentito dolore, molto dolore. E con questo dolore – ha aggiunto – sono andato a celebrare la messa quel giorno».

Al termine dell’Udienza ha ringraziato tutti i presenti per la testimonianza offerta. «Grazie per essere venuti oggi e in alcune udienze di questi mesi – ha detto il Papa – grazie per tutto quello che voi avete fatto per aiutarci per costruire, ricostruire i cuori, le case, il tessuto sociale, anche per ricostruire col vostro esempio l’egoismo che è nel nostro cuore che non abbiamo sofferto questo».

5 Gennaio 2017

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