Migranti, accoglienza, misericordia. Sono i temi centrali toccati da Papa Francesco nel corso dell’Udienza Generale di questa mattina. Il Santo Padre ha legato la sua catechesi al brano evangelico di oggi, quello sulla fuga della Sacra Famiglia in Egitto. Una storia dunque di fuga, di persecuzione, di paura, ma anche di speranza per il futuro.
“La Bibbia ci offre tanti esempi concreti di migrazioni”, ha detto Francesco, ricordando l’invito di Dio ad Abramo a lasciare la sua terra; l’esodo del popolo di Israele durato 40 anni e, appunto, la fuga della Famiglia di Nazareth dalla minaccia di Erode. “La storia dell’umanità – ha proseguito il Papa – è storia di migrazioni, ad ogni latitudine. Non c’è popolo che non abbia conosciuto il fenomeno migratorio”.
Le risposte alle crisi umanitarie possono essere di egoismo o di grande solidarietà, ma “oggi, il contesto di crisi economica favorisce la chiusura” e le opere di solidarietà e accoglienza passano in secondo piano, sotto un silenzio colpevole, perché troppo spesso sono solo le brutte notizie a fare notizia. “Ma la chiusura – ha ammonito il Papa – non è una soluzione, anzi finisce per favorire i traffici criminali”. Francesco ribadisce quindi che “l’unica via di soluzione è la solidarietà” e oggi più che mai c’è bisogno di testimonianze di vero aiuto verso chi fugge. E a tal proposito Bergoglio ha ricordato la figura di santa Francesca Cabrini, che “dedicò la sua vita ai migranti verso gli Stati Uniti d’America”. L’impegno ad aiutare, inoltre, deve coinvolgere secondo il Papa tutti quanti: diocesi, parrocchie, istituti religiosi, associazioni, movimenti, così come i singoli cristiani.
Francesco ha proseguito la sua catechesi con una riflessione sulle opere di misericordia corporale, citando in particolare quanto disse Gesù: «Ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito». Opere del genere, ha detto, fanno capire che i cristiani “non sono stanchi nell’attesa dell’incontro con il Signore”, ma ogni giorno possono vedere il Suo volto “in quello di tante persone che chiedono aiuto”.
Il Papa ha poi raccontato una breve storia reale di misericordia, accaduta proprio a pochi passi da piazza san Pietro. Un rifugiato ha chiesto aiuto ad una donna per poter andare ad attraversare la Porta Santa. La donna chiama un taxi, “ma quel migrante puzzava – racconta il Papa – e l’autista del taxi quasi non voleva che salisse”. Alla fine, dopo aver ascoltato la storia della vita dell’uomo, il tassista non ha voluto essere pagato, ringraziando la donna perché gli “ha fatto sentire una storia che gli ha cambiato il cuore”. Questa storia, ha detto Francesco, fa capire come vestire chi è nudo significare “restituire dignità a chi l’ha perduta”.
Papa Francesco ha poi concluso la sua catechesi del mercoledì invitando a non chiudersi in se stessi, poiché – ha detto – “è nella misura in cui ci apriamo agli altri che la vita diventa feconda”. Solo in questo modo le società riacquistano pace e le persone riacquistano la piena dignità.
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